sabato, agosto 22, 2009

LA FENICE


La Fenice - Toni Zuccheri - 1983
"Dopo aver vissuto per molti anni, la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma. Qui accatastava ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo. Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza. Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva, che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice"
Tutto è nato da una barca che non era una barca. Una vela che non era una vela. Uno sport che non era uno sport. Era mare, divenire, emozione, desiderio. Tornerà? Non ora. Anche qui? Non ora. Cinghiare e scuffiare sono parodie della vita. La barca nel porto anche. Ho bisogno di un po' di terra ferma. Di radici. In fondo nulla è cancellato. Forse è cambiato. O solo traslato. Magari di più. Magari di meglio.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma casso, va ben tuto ma parla anca del contrabasso e vien fora in barca, se te vol J Rocket l'è sempre disponibile, .....

Wavebass ha detto...

:D

la diga è espolsa!