venerdì, agosto 24, 2007

Campionato Europeo Master


Arrivo in questo paludoso laghetto a 30km a sud di Vienna direttamente dal Belgio per partecipare al Campionato Europeo Laser riservato ai "vecchietti" over 35 anni. Altri 1300km dati in pasto al mio Kangoo. Li ho fatti sciolti. A 110 all'ora riesco a fare quasi 19 km con un litro pur avendo la barchetta sopra il tetto. Scarico la barca e monto la tenda in un piccolo campeggio confinante al circolo. Scaramanticamente rifaccio le stesse cose fatte a Nieuwpoort. Poi mi iscrivo e faccio non senza problemi i controlli di stazza: la parte alta porta i segni del vento belga. E' flessa. Imploro. Passa.
Il giorno dopo c’è la pratic-race, una regata di prova per sondare il campo di regata. Alla una usciamo tutti. Gli standard sono circa 70. Il laghetto ha una profondità di poco più di un metro e l’acqua di color marrone. La regata ha inizio. Vento da nord-ovest. Tiro un bordo a terra, giro quarto assieme ad un gruppetto di 10. Mi do una sberla per capire se sto sognando o meno. La guancia brucia. Poi tutti e dieci ci dirigiamo verso la boa sbagliata sotto grandi sorrisi degli inseguitori. Amen. Per fortuna era solo un test.
L’indomani è il primo giorno di regata ma il vento non sale. Calma piatta. Ammazzo il tempo scambiando quattro chiacchiere nel mio cazzuttissimo inglese con qualche velista straniero. Alla sera sono comunque stracotto e vado a nanna alle 21 dopo aver letto mezzo capoverso di Pennac.
Il secondo giorno è la fotocopia del primo. Zero assoluto di vento. Il nervosismo sale. Verso le 3 del pomeriggio un bel fronte nero si avvicina da sud-est. Dovrebbe arrivare il vento ed invece arriva una tempesta di grandine e raffiche a 50 nodi che per poco non fa volare le barche e la mia tenda (povera tenda!).
Terzo giorno finalmente si regata. Un bel venticello di 12/16 nodi da SSW ci fa svolgere 3 prove. Io mi piazzo 12, 7 e 7. Il ricordo del bruciore sulla guancia m’evita di rifare il gesto. Tutto però mi sembra troppo bello.
Quarto giorno. Il vento c’è ma e leggero. La direzione è sempre quella. Tra me e me ho un po’ di paura. Le abilità tattiche non sono il mio forte e le condizioni “shifty” sono la mia bestia nera. Nella prima prova chiudo 23. Sono comunque felice.Il vento rinforza e gira leggermente a sinistra. Parte la seconda prova, giro la prima boa terzo. Terzo! Poi inizio a cagarmi sotto. Ma tengo. La bolinetta finale è un calvario. I due inseguitori spaiano. Termino terzo per un metro. Sono in paradiso. Terza prova il vento cala di brutto. Canno completamente la partenza, sbaglio bordi e sono completamente fuori fase. Chiudo merdesimo. 44.
Quinto ed ultimo giorno. Sono 11 in classifica. Roba da panico. Il vento è abbastanza sostenuto da Sud. Partiamo. Boa di bolina giro 5. Ansia. Resisto agli attacchi di lasco. Dietro di me c’è un numeroso gruppo di bestie feroci. Arrivo alla seconda boa e un crucco mi urla che è interno. Mi giro e lo guardo. In quel momento arriva un’onda sbilenca. Scuffio come un coglione e perdo tutto. Finisco 17. Seconda prova il vento cala. Ahia. Limito i danni e sono circa sulla 10^ posizione quando una testa di cazzo con mure a sinistra mi entra in barca. Bestemmie. Termino 23. Lo protesto e vinco. Vittoria amara.
Alla fine sono tredicesimo. Mai avrei pensato tanta grazia. Ora si riparte. Destinazione Lignano. Campionato di Distretto.

domenica, agosto 19, 2007

Open Belgian Championship


Alta marea nel canale di entrata al circolo...



Bassa marea nel canale di entrata al circolo...

Dopo 1396km di macchina eccomi finalmente in terra belga in quel di Nieuwpoort. Ci venni anche l'anno scorso ma questa volta, per fortuna, non piove. Il largo sorriso del presidente dello yacht club mostra di avermi riconosciuto. Quest'anno, i partecipanti al campionato sono 25. Una dozzina in meno dell'anno scorso. Ad una prima occhiata mancano gli olandesi. Meglio. Erano troppo forti. Pianto la tenda nel verdissimo giardino del circolo ed è gia sera, ora perciò di prepararsi la cena con il vecchio fornellino reduce dei miei trascorsi scout. Dopodichè m'infilo nel saccoapelo e mi guardo le istruzioni. Allegato ad esse danno le tavole di marea con gli orari, l'intensità e la direzione della corrente. In questo posto le maree hanno escursione di oltre 4 metri e le relative correnti arrivano ad un nodo e mezzo.
L'indomani si parte con due prove. Vento stranamente leggero da 190° ma corrente allegramente sopra il nodo, quasi sul muso. Azzecco partenze e bordeggi. Il vento è stabile ma la corrente fa paura. Mi butto a terra alla ricerca dei bassi fondali. E paga. Cazzo se paga. Sparo un 6 e un 4. Non ci credo. Troppa grazia. Non è il mio posto.
Il secondo giorno facciamo tre prove. Il vento è ben oltre i 20 nodi, da 230 gradi,. In pratica è parallelo alla costa il che significa che le onde hanno tempo di formarsi bene. Belle bestie. Impossibili da trovare in Italia. La corrente è come sempre fortissima. Nella prima prova proviene da poppa. Nella seconda da prua. 180 gradi in un'ora. Io parto sempre male. Poi scuffio, poi centro una boa, poi centro un avversario, poi scuffio ancora ed infine mi avvito su un'altra boa. Quindi chiudo 13-13-11. Tra me e me non sono neanche poi tanto triste. L'eccezione era ieri.
Terzo giorno il vento spinge. Orpo se spinge. Ma qua se ne fottono. Anzi è la regola.. L'onda è meno di ieri perchè il vento viene da sud. A terra, prima di uscire discuto assieme a Nolan, un radialista che viene dall'Inghilterra, di tattica. Mi spiega il suo punto di vista. In pratica dice che il gioco è capire come interpretare la corrente e la deviazione che la costa provoca sul vento di terra. Ho qualche dubbio d'aver capito giusto, il mio inglese mi aiuta poco. Ad ogni modo mi par credibile.
Si va in mare. Prima prova. Raffica sui 30 nodi. Porca topolina. Parto bene e mi fiondo a terra. Giungo alla prima boa quarto. Cacchio, mica mona l'inglese no? Tocco la boa. Ed ora che faccio? Il giudice a poche decine di metri mi guarda sorridendo. Il vento mi fa paura. Faccio il segno della croce e vado di 360. Applausi. Termino sesto. Nella seconda prova il vento non cala. Raffica di continuo e siamo tutti allo stremo. Io decido di fare la fotocopia della prima prova, cercando se possibile di non toccare i palloni rossi che fanno da boe… Così è. Taaaa daaaaa. Terzo! Dico… terzo!
A terra, mentre disarmo m'accorgo che la vela è sbregata. Per fortuna che proprio questa mattina avevo deciso, visto il vento, di non usare la vela più nuova. Il vento l'ha strappata in alto. Anche la parte alta dell'albero mostra gli inequivocabili segni della furia del vento. E' storta.
La notte seguente non dormo in tenda. Il vento la piega così tanto che temo si spezzi. Meglio allora riposare in macchina nella speranza che l'indomani cali oppure cresca ancora. Ed infatti il vento cresce a tal punto che anche l'inossidabile comitato deve cedere a Eolo. 40 nodi. Burrasca. Premiazioni e tutti a casa. Aspetta, aspetta. Sono ottavo. Primo master! Targa ricordo.
Smonto la tenda e carico la barca con un sorriso da ebete stampato sul volto. Tra me e me penso che questo è il primo risultato che sento di avere in qualche modo meritato. Verso le quattro del pomeriggio parto. Tra due giorni, circa 1300km più ad est c'è il Campionato Europeo Master.


mercoledì, agosto 08, 2007

European Tour


Ebbene si. Indeciso fino alla fine ma oramai nessun dubbio. Venerdì chiudo l'ufficio, carico la tenda e la mia barchetta sul Kangoo e me ne vado. Si punta prima a Nord. Mare del Nord, in Belgio a fare il loro Campionato nazionale; in quell'incredibile posto che porta il nome di Nieuwpoort, dove l'escursione di marea è di oltre 4 metri e le correnti di un nodo e mezzo! Finito quello attraverserò tutta la Germania e l'Austria per giungere vicino a Vienna al lago di Neusiedl am See, dove si svolge il Campionato Europeo Master. Quel lago è famoso per avere un fondale profondo mediamente meno di due metri. Dicono che il vento non manchi. Speriamo bene! Ed infine si rientra appena in tempo per il Campionato di Distretto di Lignano. Direi non male come tour vero?